Alessandra Miletto – Direttrice della Film Commission Vallée d’Aoste
Alessandra Miletto ha un’esperienza decennale alla guida della Film Commission Vallée d’Aoste; le abbiamo chiesto un’analisi dei punti di forza e delle criticità nell’operato di questi anni.
I punti di forza del contesto valdostano
Il principale punto di forza della Valle d’Aosta è la sua dimensione contenuta: questo favorisce la prossimità con le amministrazioni pubbliche e locali e la rapidità dei processi decisionali; questa è una cosa che tocchiamo con mano quotidianamente lavorando sul territorio con i Comuni e con le diverse maestranze. Ho riscontrato nel nostro ambito una trasversale disponibilità alla collaborazione. Nel settore audiovisivo siamo pochi ma questo diventa un valore: le persone hanno un alto livello di professionalità ma sono anche in grado di ricoprire più ruoli, sono multitasking (anche sul set), si aiutano a vicenda, partecipano a progetti altrui. Non registriamo quella competizione che contraddistingue altri contesti e che crea conflitti portando, a mio modo di vedere, più svantaggi che benefici.
Cinema tra cultura, industria e promozione del territorio
Fare cultura attraverso l’audiovisivo è particolare: il cinema è al tempo stesso arte e industria. Noi cerchiamo di bilanciare questi due aspetti, guardando alla crescita culturale e, al contempo, a quella professionale, sostenendo le produzioni, la formazione e l’occupazione. Come si dice: “con la cultura si mangia, eccome!”. Non si produce solo “cibo per l’animo” ma anche opportunità di lavoro. Cerchiamo di mantenere un’azione che vada contemporaneamente su questi due aspetti. Non siamo solo alla ricerca del film d'autore, che è esso stesso un prodotto culturale di alto livello, ma anche un film più popolare, più blockbuster, è comunque un’opportunità occupazionale e veicolo di promozione del territorio, con i suoi paesaggi, i beni artistici, la lingua. Adesso, per esempio, abbiamo diversi film in preparazione che utilizzeranno il patois; abbiamo appena finito le riprese di un film girato negli esterni di Castel Savoia a Gressoney. Al di là del valore culturale dei film, sono operazioni che fungono da cassa di risonanza per il nostro patrimonio culturale.
In linea con la legge istitutiva, la Film Commission opera per la promozione e la produzione di cultura attraverso tutti gli strumenti che ha a disposizione. Cerchiamo di bilanciare la nostra azione a livello di sostegno delle produzioni, sostenendo anche lavori piccoli, più arthouse. Nel processo di valutazione di un'opera entrano in gioco il valore culturale intrinseco e il valore culturale legato al nostro territorio. Le scelte sono determinate da un ampio spettro di elementi, non cerchiamo necessariamente il "prodotto cartolina".
Festival, progetti e formazione dei giovani
Con riferimento più specifico all’offerta culturale rivolta al territorio, collaboriamo con i festival e iniziative sviluppate a livello locale. Nell’ambito del Cervino Cinemountain la Film Commission ha promosso Mountaintelling, un appuntamento dedicato a esaminare come la montagna viene raccontata attraverso il cinema di finzione. Nell’edizione 2025 abbiamo portato due film che raccontano in modo diverso la montagna e la società che la abita: Vermiglio (2024) e Il vento fa il suo giro (2005), usciti nelle sale con vent’anni di distanza uno dall’altro, due gioielli del cinema Italiano e di montagna.
Sono diverse le azioni che portiamo avanti nel nostro asset di promozione della cultura cinematografica. Nell’ambito di FRONTDOC – Festival internazionale del cinema di frontiera, promuoviamo la sezione FRONTLAB, dedicata ai giovani autori, con occasioni di formazione e momenti di networking con produttori o comunque stakeholder dell’audiovisivo. Collaboriamo con Cactus Film Festival con l’iniziativa Cactus Lab. Con l’Associazione AIACE quest’anno abbiamo collaborato alla parte industry nell’ambito di BREF-International short film festival. sempre con AIACE promuoviamo Criticoni, laboratori di critica cinematografica nelle scuole. In collaborazione con Fondation Émile Chanoux, Alliance Française e Union de la Presse Francophone organizzano un corso di formazione teorico e pratico intensivo sul cinema del reale destinato ai giovani.
Sviluppo delle imprese audiovisive e sinergie con i Comuni
Poi ci sono le azioni nostre dirette, di taglio più specialistico: giornate di formazione dedicate alle società di produzione che abbiamo in Valle d'Aosta. Portiamo sul territorio produttori e professionalità che operano a livello nazionale e internazionale, organizziamo focus group mirati alle esigenze delle realtà imprenditoriali del territorio. Parliamo di finanziamenti e di requisiti per accedere ai bandi nazionali con l’obiettivo di sviluppare e rafforzare le realtà locali dell’audiovisivo. In questi anni le società di produzione con sede in Valle d’Aosta sono cresciute e si sono strutturate, anche grazie all’intervento in questo senso della Film Commission. Alcune hanno già raggiunto importanti traguardi, anche in coproduzioni internazionali, e stanno crescendo grazie a professionisti che hanno maturato esperienze di alto livello fuori dalla Valle.
Sempre nell’ottica di promuovere la cultura cinematografica, portiamo avanti direttamente degli eventi, in collaborazione con i Comuni, nei quali presentiamo le anteprime dei film che abbiamo sostenuto; quest’anno lo abbiamo fatto con “Fiore mio” e “Il mio posto a tavola”. La sinergia con i Comuni è molto forte: abbiamo firmato 55 Protocolli di intesa con le amministrazioni locali, passando per il CELVA, per favorire iniziative culturali locali e, soprattutto, semplificare il lavoro delle troupe, con la messa a disposizione di spazi e diverse altre facilitazioni. Il Comune di Aosta ha fatto da apripista in questo senso con il primo protocollo siglato per dare un quadro alla collaborazione per le riprese della serie televisiva di Rocco Schiavone. Una collaborazione importante che ha dato, nonostante alcune critiche, enorme visibilità alla Valle e continua ad attrarre turisti interessati a vedere i luoghi della serie.
Criticità, risorse e sfide future
Questo a dimostrazione del principale punto di forza di cui parlavo in apertura: la prossimità, che caratterizza il nostro contesto territoriale, porta con sé una facilità di relazioni, una generalizzata attitudine alla collaborazione, allo scambio e alla coprogettazione. Il contesto di piccoli numeri ci impone però di commisurare la nostra azione all’effettiva possibilità di assorbimento del territorio. La dimensione ridotta del mercato non potrebbe reggere produzioni troppo numerose contemporaneamente, né garantire sempre maestranze locali in quantità sufficiente.
Una scala che si riflette anche sulle risorse: i finanziamenti del nostro Film Fund sono molto inferiori rispetto ad altri territori come Trentino o Alto Adige. I finanziamenti che noi riusciamo a garantire sono molto meno competitivi rispetto a quelli di altri contesti. Ciononostante, la nostra agilità e rapidità nel dare risposte sono molto apprezzate dalle produzioni. Un ulteriore elemento di attrattività che, fin dall’inizio della costituzione della Film Commission, è stato utilizzato per richiamare le produzioni è la messa a disposizione dei siti del nostro patrimonio culturale. Rendere accessibili alle produzioni location come Castel Savoia -gratuitamente o quasi- compensa, in parte, la scarsità di risorse del fondo. Questa è stata una scelta, a mio avviso, molto lungimirante, assunta quando è nata la Film Commission. Un aspetto da ribadire, nonostante le oggettive difficoltà di bilanciare le esigenze delle produzioni e le necessità di conservazione e tutela dei siti del patrimonio storico.
I margini di crescita ci sono, e i risultati di questi anni lo dimostrano. Si consideri che con le produzioni in atto, ad aprile del 2025 noi abbiamo già impegnato tutte le risorse del Fondo che, fortunatamente, sono state reintegrate, per non erodere completamente la quota dell’anno successivo. Anche se non riusciremmo a sostenere investimenti paragonabili a quelli dei nostri competitor più diretti, come Trento e Bolzano, che gestiscono svariati milioni di euro, soluzioni per implementare le risorse a disposizione sarebbero da vagliare: quanto messo in atto da Regione Piemonte con i fondi FESR sui lungometraggi, per esempio, è molto interessante.
Un punto dolente che ci penalizza è sicuramente costituito dall’accessibilità: raggiungere la Valle d’Aosta, come spostarsi al suo interno, non è semplice e questo incide negativamente sui costi. Un collegamento ferroviario veloce con Torino sarebbe determinante in questa direzione.
Aspetti sui quali lavorare ancora, per migliorare, non mancano. A livello territoriale è ancora poca la sensibilità degli operatori economici nel valorizzare le ricadute della visibilità che discende dalle produzioni. Prendiamo il caso di Rocco Schiavone: sono davvero tante le persone che vengono in Valle d’Aosta e vogliono vedere i luoghi della serie. Noi faremo in collaborazione con il FAI, durante le giornate del patrimonio, il giro di Aosta alla scoperta dei luoghi di Rocco Schiavone. Registriamo ancora poca attenzione, da parte di negozianti, ristoratori e operatori turistici, a promuovere questo aspetto; tanto può essere fatto in questa direzione.
Un altro aspetto sul quale stiamo lavorando è quello relativo alla sostenibilità dei set. Molte Film Commission stanno adottando dei protocolli green; anche noi lo abbiamo fatto ma vorremmo approfondire la possibilità di certificare i processi, in modo che la sostenibilità non rimanga lettera morta. Questo aspetto apre a nuove e interessanti opportunità lavorative, come la figura del green manager, particolarmente significative nel nostro contesto ambientale montano. In questa direzione, dobbiamo lavorare sulle potenziali sinergie con altri soggetti del settore ambientale, in primis l’ARPA Valle d’Aosta. E’ una strada che vogliamo percorrere, con l’obiettivo di rendere la Valle d’Aosta sempre più attrattiva e al passo con le migliori pratiche nazionali ed europee.”
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